Hai addestrato il modello, lo hai pacchettizzato su Red Hat OpenShift AI ed è pronto per essere utilizzato. Il passaggio successivo consiste nell'esporlo tramite una API in modo che persone e applicazioni possano utilizzarlo. In quel momento, il tuo modello smetterà di essere un esperimento interno e diventerà un servizio disponibile. E come succede alle porte di accesso, qualcuno verrà a bussare... A volte, a bussare è l'utente giusto, altre volte no.

Il tuo modello non è più solo un progetto in un laboratorio: è un endpoint di produzione. E come ogni endpoint, è un obiettivo. Come puoi assicurarti che solo le applicazioni e gli utenti giusti interagiscano con esso? Come proteggerai i dati sensibili su cui potrebbe essere addestrato o la logica proprietaria che contiene?

La nuova porta di accesso è una API

Ogni endpoint API è un bersaglio. Per i modelli di IA, la superficie di attacco è maggiore rispetto a quella di una semplice app. I modelli possono essere indotti a divulgare dati attraverso semplici attacchi denial-of-service, ma anche tramite prompt injection, oppure possono rivelare dati di addestramento sensibili tramite attività di probing. Anche quando non vengono divulgati dati sensibili, gli autori degli attacchi possono tentare di dirottare cicli di calcolo o di estrapolare risposte in blocco.

Con la distribuzione su cloud, datacenter e siti edge, questi rischi aumentano. L'applicazione delle policy di sicurezza diventa più complessa, il versioning è meno preciso e i controlli di conformità diventano più difficili da realizzare. Senza una visibilità adeguata, spesso capita di accorgersi di movimenti insoliti quando ormai è troppo tardi.

Come funziona la collaborazione tra Red Hat e F5

OpenShift AI offre una piattaforma container coerente per creare, addestrare e distribuire modelli in diversi ambienti. Standardizza le modalità di creazione dei pacchetti dei carichi di lavoro, di gestione dei cicli di vita e la scalabilità dell'infrastruttura.

F5 offre la sua Application Delivery and Security Platform (ADSP), leader del settore, che fornisce un ampio supporto ai deployment di applicazioni in ambienti ibridi e multicloud. F5 Distributed Cloud Services è il livello scalabile di ADSP basato su Software-as-a-Service (SaaS); è distribuibile al fine di proteggere gli endpoint API da un ampio spettro di attacchi grazie alle seguenti funzionalità.

  • Rilevamento API e convalida dello schema: individua tutti gli endpoint dei modelli (anche quelli dimenticati), applica i contratti e blocca le chiamate errate o dannose.
  • Rilevamento delle minacce e gestione del traffico: individua tentativi di injection, scraping o abusi in tempo reale, bilanciando il traffico per mantenere una bassa latenza.
  • Visibilità centralizzata: una dashboard per visualizzare l'utilizzo, applicare policy e garantire la conformità tra deployment ibridi o multicloud.
  • Automazione e coerenza delle policy: le regole di sicurezza seguono il modello ovunque venga eseguito, riducendo il carico di lavoro manuale e aiutando i team a rilasciare più velocemente nuove versioni.

Insieme, Red Hat e F5 riducono il compromesso tra velocità e sicurezza.

Crea ed esegui più velocemente, proteggiti al meglio

I team di data science e applicazioni non vogliono che la sicurezza sia un elemento aggiuntivo. È necessario che sia integrata nella pipeline, affinché sia possibile rilasciare aggiornamenti in tutta sicurezza. OpenShift AI offre le basi per un approccio MLOps. F5 contribuisce a garantire che le API su cui si basano questi modelli non siano un punto debole.

Ciò significa che quando i tuoi modelli iniziano a comunicare, puoi essere certo che lo facciano solo con le persone giuste.

Red Hat Product Security

Red Hat crede che ognuno, ovunque si trovi, abbia pieno diritto a ricevere informazioni di qualità su come limitare i rischi di sicurezza e privacy e ad accedere alle modalità per farlo.

Sull'autore

For Shane Heroux, technology has always been about connections: connecting systems, people, and ideas. His open source journey kicked off in a college dorm room in the mid-90s, tinkering with Slackware just for fun. It wasn't long before he found his way to Red Hat, and he's been an active part of the Linux and open-source communities ever since.

He officially joined the team in 2018, first diving deep into the world of containers as an OpenShift Consultant. He then moved into the partner space as a Technical Account Manager, where he discovered a passion for building success with partners, not just for them.

Today, that focus is his pride and joy. Shane thrives on collaborating with the incredible Red Hat partner ecosystem to design and develop creative solutions that solve real-world problems. For him, it's all about using the power of open, collaborative technology to build a better, more efficient, and more connected world for everyone.

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