Nuovo look, stessi ideali
Red Hat si presenta con un nuovo logo. Per quanto fossimo affezionati al precedente, sapevamo che era arrivato il momento di cambiare.
È stata una decisione importante, dato che il logo precedente era chiaramente riconoscibile agli occhi dei dipendenti, della community e dei nostri clienti.
Quando fu reso pubblico nel 1999, il nostro vecchio logo rappresentava perfettamente la nostra storia. Red Hat era una forza innovativa e intuitiva: era sinonimo di cambiamento per aver portato l'open source nei data center.
Nel tempo, molte società hanno aggiornato il proprio logo e l'aspetto del proprio brand. I tempi, i gusti e le esigenze di business cambiano. E il nostro logo, proprio per la sua attrattiva simbolica, aveva perso il suo appeal.
Fuori dall'ombra
Abbiamo quindi formato una task force che lo riprogettasse, mettendo insieme persone con competenze diverse in Red Hat: graphic design, design della user experience, strategia creativa, video, brand, marketing di prodotto e altro. Per mettere a fuoco il nostro obiettivo, abbiamo lavorato con Paula Scher, una partner presso lo studio di design Pentagram.
Abbiamo chiamato l'impresa The Open Brand Project e sapevamo quanto fosse fondamentale cercare e incorporare contributi e feedback dai dipendenti di Red Hat, dai clienti e dalla community durante tutto il processo. Red Hat lavora così. In conformità alla legge sui marchi commerciali, abbiamo reso il processo di riprogettazione trasparente e collaborativo. Durante l'intera fase abbiamo ascoltato ogni singola critica, risposto a tutte le domande e apprezzato ogni complimento.
Dopo cinque mesi di ricerca, sperimentazioni e brainstorming, il team ha trovato una soluzione elegante che rispecchia ancora Red Hat e che può crescere insieme a noi.
Alla fine siamo passati da un ragazzo con indosso un cappello rosso ad un semplice cappello rosso.
Nel dettaglio
Fin dall'inizio, non era nostra intenzione apportare modifiche radicali. Volevamo mantenere una certa dose di riconoscibilità e preservare gli elementi essenziali; quindi, invece di rifare tutto, abbiamo scelto di intraprendere un percorso evolutivo.
Chi siamo
Red Hat, in quanto società, prende il nome dal cappello rosso da lacrosse che uno dei suoi fondatori, Marc Ewing, indossava sempre. Quando i suoi compagni di università avevano bisogno di aiuto durante il laboratorio di informatica al Carnegie Mellon, cercavano sempre "il ragazzo col cappello rosso". Per decenni, la nostra missione è stata quella di togliere il controllo dello sviluppo e dell'innovazione dei software a un gruppo ristretto e consegnarlo alle community di persone. Ci definivamo eroi sovversivi e audaci, pionieri del cambiamento. Durante questo viaggio, abbiamo portato con noi il cappello rosso.
Ma dopo 25 anni, lo scenario in cui ci muoviamo è cambiato. Nel panorama del software enterprise ora abbiamo più amici che nemici. Abbiamo la possibilità di costruire qualcosa di più grande rispetto a quanto avremmo potuto anche solo immaginare nel lontano 1993. Ora che ogni azienda è una società di dati e che ogni sviluppatore è uno sviluppatore open source, non c'è più un "loro". Noi tutti rappresentiamo il cambiamento.
È il momento di appropriarci di un simbolo che rappresenti questa nuova realtà. C'è ancora molto da fare. Proteggere il diritto all'innovazione, creare piattaforme per supportare la prossima scoperta rivoluzionaria o aiutare le aziende a diventare più open: questi sono i nostri obiettivi. E se qualcuno dovesse aver bisogno di aiuto, speriamo che cerchi quelli col cappello rosso.